The Imagination Digest è il magazine di comunicazione e marketing con il quale, periodicamente, l’Imagination Company Pil Associati aggiorna il proprio portfolio.
Per il numero 2, pubblicato per il Pitti a giugno 2013, m’hanno chiesto una “guida” con le linee da seguire nello sviluppo di un sito, roba che potesse capire il cliente medio(basso) e delineasse quali sono le direttive lungo le quali l’area DigitalMultimedia dell’agenzia si avventura nel momento in cui la richiesta fa riferimento al web. Al webdesign, in particolare.
Cinque regole, per articolare il pezzo in maniera favorevole all’ottica di un’utenza che con la carta ha sempre meno familiarità. Una manciata di paragrafi di banalità e luoghi comuni per i quali non ho avuto nemmeno il coraggio di interrogare Google per quanto usurati siano i termini, una raccolta di ovvietà dal finto tecnoentusiasta sorriso vetero imbonitore per due pubbici, uno generalista cui difficilmente interesserà più della Confederations Cup (questa sì l’ho chiesta a Google) e uno specialistico di social media guru e account super pro e art/copy/seo/smm/pr/executive e simili che hanno annoiato da anni, ormai, con tutto ‘sto knowhow fuffa autodidattico auterefenziale di cui straripa un web sempre più uguale a se stesso (e a conferenze stampa) nel suo parlarsi addosso.
Nessuno dei due pubblici apprezzerebbe quelle nauseabonde righe, a maggior ragione se prendessero quelle cinque direttive e le confrontassero con questo supporto che fa di tutto per scardinarle. Quindi, fiducioso nella diffusione manuale che è stata fatta del magazine e nel fatto che sia in mano a fashion victim nel migliore dei casi (ci sono tante belle immagini a salvare i loro sguardi dal Century Gothic) o a imprenditori del settore nel peggiore (Webbe che? Ah, li disignitti come quilli che fa mi fiju), allego le pagine incriminate nella piacevole isolazione della mancanza di visitatori al mio sito che me lo garantisce, ormai, più come un servizio di bookmarking tutto mio che non un prodotto multimedialeblablabla. Il web non è diverso dalla vita offline, in questo: ignora la causa e mancherà l’effetto. Gli altri sono la causa.
Poi, per i feticisti del genere, qualche copia dell’Imagination Digest giace nella sede di Civitanova Marche. Chiedete a Pil Associati.